martedì, aprile 29, 2008

Fior di Fjordi in quel di Oslo

Non ho mai visto così tanti pini, neanche in una risma di carta!
Qui parliamo di gabbiani in montagna...mi piace la fine del mondo...


Frasco

lunedì, aprile 28, 2008

Napoleone rampante

Non viaggio io, faccio campagne militari.


Frasco

Attese

C'è qualcosa di profondamente sbagliato nel leggere Bukowski alle 8.20 nella sala d'attesa di Parma e non aspettare alcun treno.
Soprattutto se i pensieri inseguono certe sirene...


Frasco

domenica, aprile 27, 2008

Note di viaggio

Iniziamo annoverando un tentativo di corruzione al cuccettista tramite cappuccino e brioches... E intanto i gatti di Strega Sampei si arrotano le unghie sulle mie corde vocali...olè!


Frasco

sabato, aprile 26, 2008

Houston abbiamo un problema...

Cammino in bilico su una lama di ghiaccio, aspettando che si rompa in mille riflessi di Me, finalmente indipendenti e liberi da conflitti intestini ( -.-' )
Equilibrio precario, instabile direbbe l'ingegnere, figlio di Cristoforo e Marco direbbe l'altro, un po' Pisquano secondo Snoopy. E che importanza ha o avrebbe se comunque il bicchiere e' sempre pieno.
Onda su onda mi allontano, onda su onda aspetto la mia isola, intanto naufrago via con la mente, verso mondi che non esistono che sul fondo dei miei occhi. Chiamatela pazzia.
La vedo quasi, e' sempre un po' piu' in la' oltre quel bancone, al di la' quel gate...

Fredde ferite della terra e notti che non esistono.

No, ci vuole stabilita'...pero' intanto leggo Bukowski.

Postilla:
1. Ricordarsi di cercare altri folli per zingarate
2. In alternativa donnapremurosaaffettuosaunpolibidinosamanontroppopretenziosa.

martedì, aprile 22, 2008

Tante lettere in fila spesso non fanno una lettera...

Ci voleva uno stupido film,
pero' te la dovevo.
In effetti non abbiamo mai parlato io e te.
Neanche un insulto, nada.
E cominciare adesso con tutti gli anni di arretrati...
Ma e' pur sempre qualcosa.
E non credere che siano scuse, solo e' strano parlarti proprio ora che forse inizi a capire e che i ruoli si invertono.
E cosi' si invertono anche le prospettive e il mondo e' sottosopra e camminiamo a testa in giu' come nelle fiabe.Non riesco a immaginarti, non ho una foto di te. Non so nulla e forse questo aiuta, anche se non ho dubbi sul tuo essere rompiballe considerato il bagaglio genetico. E scusami se ti penso ometto ma in ogni caso ti avrei cresciuto da Lady Oscar, questa e' la mia generazione. Non so tu hai domande? Pero' niente di epico perche non sono bravo con le bugie. Ti posso dire solo una cosa: ci siamo rubati la vita. E spiegarti le mille luci e colori che non abbiamo e' riduttivo, forse pero' questo ci unisce, abbiamo qualcosa in piu'. Non ti chiedero' mai scusa. Allora sentivo di non avere alternativa. Sai si dice che con l'eta' aumenti la saggezza blabla, forse ora sarebbe diverso. Per entrambi. Forse anche per tutti e tre. Ma era allora. Consolati che ti sei portato un pezzettino di me abbastanza per poterci giocare dovunque tu ti trovi adesso, e se puoi salutami il fratellone. Sai le coincidenze... E potrei parlarti dei colori e degli odori mai visti e raccontarti cosa sia nuotare nel cristallo e la neve che scricchiola sotto i piedi. E il sapore della cioccolata e il cucchiaino di Nutella che rimane appicciato al palato. E piegarsi seguendo la traiettoria della curva con la moto con il vento che ti accarezza i pensieri e il sole che scalda l'anima. E la schiuma di mare e il filo d'erba. E i grattacieli brulicanti di formiche e le note che entrano dai pori della pelle. Potrei dirti cosa sia baciare una donna e il suo seno in una maniera che da piccoli si conosce ma che per strada si dimentica. E mille sfumature e riflessi di vita che non esistono ancora le parole ma so che le capiresti uguale con uno sguardo sulla ruga al lato della bocca, mezzo sorriso, perche' e' sempre un mezzo sorriso e sono ottimista che non so cosa sia l'altra meta'. E volare libero da tutti. Questo si. Ti avrei portato subito lassu'. Non Alitalia pero'. Ma ti avrei portato perche' tu possa vedere quanto la terra sia piccola e quanto tutto sommato le leggi sono fatte per essere infrante perche' se il metallo vola allora si puo'. E chissa' che mi avresti insegnato tu, forse che il mare anche se e' calmo e' sempre vivo e che due palle sono noiose ma una e' divertente se la prendi a calci. E l'odore della cacca. Quello sono sicuro. L'odore della cacca. Quella non mia!

Non hai un nome e non lo avrai mai o forse un giorno tu me lo dirai.

lunedì, aprile 21, 2008

Al di la' della mia allergia alle persone...

PerElisa


- Ho un mondo che mi strozza in gola ma non riesco a vomitarlo -


Quanto costa?
Quanto costa un negativo di una carezza che si adagia e si modella sulle forme della mia guancia, che scambi con la pelle microcosmi di calore e odori?
Quanto costa spiare passi che reggono gambe di gazzella, incerte sugli stivali sul selciato e che dettano un tempo lento al mondo con rintocchi di tacchi? E sapere che quella danza e' solo per te?


E mentre la guardavo sparivo nei fumi della mia sigaretta...

domenica, aprile 20, 2008

Frasco e i FUMI dell'alcool

E ti spiego perche' non siamo "amici".
Amici non significa nulla per me. Niente prigionieri. Questo e' quanto.
Hai voluto la mia indifferenza. Hai scelto di essere un'ombra fra le persone, un cappotto scuro indossato con nonchalance per scivolare nell'indifferenza grigia, una voce al telefono a cui rispondere con un sorriso mono-tono.

Sei fiera di questa e cio' significa che ho mentito bene ancora una volta. Ancora una volta una bugia di me.
Bevi la mia indifferenza dal sapore dolciastro, ma non ti dissetero' con la mia essenza d'ambrosia.

martedì, aprile 15, 2008

Dialoghi con Siddharta

Che poi io lo so cosa voglio.

Vedere il mondo da un oblo da sususumapropriosu, e la Terra una palla in uno sfondo nero a pois, e le nuvole che corrono su casa tua, e riuscire a vederti con naso all'insu' e allungare la mano a sfiorarti. E sentirsi morire dentro di una nostalgia che non ho mai avuto ma resistere solo per tornare da te e darti tutto questo nelle mani.
E restare li' a guardarlo insieme a te, fino alla fine del tempo e oltre, fino a quando ci saremo solo io e te e oltre, fino a quando saremo solo Noi.

Non chiedo tanto...


Foo Fighters - Next Year

wonderfulduemilasei

E sia...
Perche' nel duemilasei ho anche lasciato la madre di mio figlio mai nato e ho conosciuto il mio demone e l'amore che ti lascia senza fiato e ti oscura la vista in un presente senzatempo.
Duevolte.

lunedì, aprile 14, 2008

E sono il mare, che non si sporca, che lascia tutta l'immondizia sulla spiaggia tra i suoi granelli di vita vissuta che scivolano tra le mie dita, anche se stringo il pugno fino a farmi male. Quando riapro tutto e' passato. Volato via.
E sono il mare che si ammala di un male incurabile lontano dagli occhi, che si avvelena l'anima ma rimane trasparente al sole.

Non e' possibile, non ce la faccio.
Non e' possibile. Non posso crederci.
Non si puo' avere il mondo per se nel taschino, bisogna darlo, c-o-n-d-i-v-i-d-e-r-l-o.
E se Dio si accanisce contro di me, voglio almeno il perche'. Voglio sentirmelo dire in faccia che ho sbagliato tutto. Voglio leggere gameover.
Dimmi almeno se e' cosi'...ti prego.

Basta non Puoi continuare a mettere la mia vita nel frullatore, velocita' lenta, e studiare la nuova materia che ne viene fuori. Non ce la faccio a vedere ancora il passato che ritorna trasformato, geneticamente mutato ma sempre mio figlio, che tenta di pugnalarmi. Per quello basto io. Io che stringo frammenti di uno specchio e colpisco dritto al mio cuore e non so se il sangue e' delle mie mani.

Ho bisogno di chiudere, di non voltarmi per non diventare di sale.
Ma non ce la faccio. Non ce la faccio piu'
Non ce la faccio.
Non ce la faccio.
Non ce la faccio.
Non ce la faccio.
Non ce la faccio.
Non posso odiarLa, posso solo allontanarla. E non basta, che la risacca torna torna per ferirmi. Ti Odio...Maledetto...
E io che ho mangiato il fegato con due mani sporcandomi le labbra di bile.
Ho assaporato l'Amaro.
Per non cedere.
E ho ottenuto odio.
Ma perche'?
Perche' io?

Cristalli

Lo vedo solo io, lo vedo davanti agli occhi cadere al rallenty, il tempo si ferma, le parole sospese a mezz'aria ancora incerte sulla direzione e sulla tonalita'. Lo vedo precipitare. E l'impatto rovinoso con il suolo. Ma niente rumore. Niente. E' tutto ovattato. Ti aspetti lo schianto, hai il silenzio.
Le crepe del cristallo si propagano.
Piano sento il crepitio. Sono piccoli eventi che le fanno progredire. Ormai i frammenti iniziano a separarsi e ad allontanarsi - crack-
E io li' ad affannarmi a raccogliere i cocci e incollarli insieme per gli spigoli taglienti con gli umori del corpo.

Banalmente palloncini colorati, sospesi a mezz'aria ed ancorati ma non inchiodati a Terra.
Ma non per me. Non piu'.

E non c'e' collante che tenga, non c'e' lode ne' gloria neanche quando ti riconoscono in un descrivere un'esperienza sportiva recente ad un colloquio di lavoro.
Non c'e' quando ti chiedono cosa ne pensi la tua Lei.
Non c'e' quando ti sorprendi nel parcheggio di un Autogrill a rubare un po' di calore umano.
E non c'e' anestetico da spruzzare nello stomaco per le ferite che un ti Odio riapre, preciso e meticoloso bisturi mosso da una mano che riconosci come tua. Ti seziona i pensieri e ti taglia li', sotto gli occhi, e non ti fa neanche rotolare una lagrima. Neanche poter sentire il calore sulla guancia e il salato sulle labbra.
Lo so l'ho voluto io. Non ho bisogno che qualcuno me lo ricordi, basta il conto alla rovescia che e' iniziato nella mia testa.

Ma quanto, quanto avrei voluto scrivere in quella lettera, quanto.

mercoledì, aprile 09, 2008

Karma - in corso d'opera -

Questo quanto mi ha detto, in un fumoso locale su Shiquan jie. Non che
gli abbia creduto subito. Troppa aria da buono, capelli troppo corti,
abiti troppo banali. Troppo. Ma qualcosa negli occhi, anzi qualcosa
nello sguardo. Qualcosa nello sguardo occidentale dove tutti gli altri
sono fessure, spiragli sul mondo, lui li sgranava come stupito,
sorpreso e rapito da cosa lo sa solo lui. Forse. Perché con quel suo
incedere sulla terra sopra ilmondo quasi tutto scorresse sotto i suoi
piedi e ancora piú sotto le sue suole. Scivolava. Di una sicurezza
dovuta all'indifferenza per inciampare dopo qualche passo in un filo
d'erba che sporgesse disegnando traiettorie smeraldo sui canali. Mi
vide, non credo, impegnato com'ero in un tete a tete con una bambola
di pezza ma viso di porcellana, remotamente nascosto alla pubblica
morale. Mi vide e mi guardó stupito come qualcosa di assolutamente
fuoriposto dal mondo. Mi vide e mi portó via convincendomi con quello
sguardo di chi segue una iperbole tracciata dai suoi passi verso
chissà quale ordine. E uscimmo mano in mano. Alla luce. Come le parole
dai suoi occhi che promettevano storie. Forse finzione. Ma di un
grande affabulatore. Dolci di crepes e zucchero filato rosa. Salate
del mare e torbide di canali di Suzhou. E la promessa di un'estate.

Perchè l'estate cinese la conosco. Torrida. E gelata. E intimamente
convinti dei ruoli io essere tropicale scelsi il gelo a lui l'odore
di corpi che si scioglievano al sole per raggrumarsi scomposti nei
taxi al grido di Yizhi zou! E correre via cercando di accorciare il tempo.
Non ho mai saputo CON CERTEZZA cosa combinasse li fuori. Tutto quello
che so me lo raccontavano al ritorno le molecole di vita posate sul
cappotto. Argento vivo sulla pelle. E quella parola
BuonGiorno
Piú che la parola era il tono, la cadenZa, la velocita' con cui
quella lingua si arrotolava sulla rrrrr. E lo ascoltavo mentre finivo
la mia Banana.
O almeno cercavo di finirla.
Cazzo è eterna.
Un suo stupido regalo.
Era per me ancora prima che ci fossi.
E ancora mi rinfaccia i duedoppifrappuccinialgustodibanana
barattati per averla ma lo fa ridendo.
Tanto sappiamo entrambi che non li ha mai bevuti. Ordinati si
ma bevuti... Piuttosto sarà rimasto a guardarli lì con la sigaretta
di traverso, mentre aspettava si animassero di vita propria e
scappassero o organizzassero tra loro un giostra cavalleresca con
cannucce come lance e giacere esangui con le armature di cartone
sforacchiate.
Ma prima li ha ordinati.
Sfoderando il suo sorriso piu' candido e guardando la commessa sicuro
di quello che voleva ma non del COME
-Helloooo!!
-Nihao!
Una scena ripetuta nella mente metodicaMente, N-i-h-a-o.
Ormai un suono. Vuoto, ma abbastanza pregno. Almeno
della fatica per ripeterlo vocalizzando, no di piu', pensandolo in cinese.
Lui e le sue manie mimetiche. Essere un indigeno. Perche' poi?
Dimenticarsi di essere uno scoglio nella fiumara umana, ma solo un salmone.
Mai capito questo.
E probabilmente non lo aveva capito neanche la commessa che continuo'
a interloquirgli in inglese, con suo disappunto.
- Wo yao nage.
Indico' con calma la banana, puntando proprio quella banana nel casco penzolone
all'ingresso dello Starbuck's.
-Nage, nage!
E gli occhi non mentivano. QUELLA BANANA.
Avrei pagato per poter osservare l'espressione della commessa, stupita forse
piu' per l'insistenza della richiesta che per il modo in cui era stata formulata.
-Solly. You can have it only with 2 bananafrappuccino.
Solly? In che lingua si risponde ad un Solly?
Ora, per capire l'importanza del gesto, ma soprattutto la NON-importanza per lui
e' necessario considerare che parliamo di un uomo che viaggia al seguito della macchinetta
del caffe con presa universale. un uomo che beve solo Illy. un uomo che beve il caffe'.
non un caffe' ma IL caffe'. quello di Napoli. a qualunque ora.
Starbuck's e' chiaramente l'antitesi di tutto questo. li' si beve cioccolata, al piu'
un frappe' e si mangia un panino al tonno. ma il caffe'...
- Ok, wo yao liang ge bananafrappuccino.

Fu cosi' che Frasco mi regalo' la banana.


Siddharta Farley

Riflessi di me sul treno che passa

Sperduto in un'osteria scaligera nascosta agli occhi ma non all'olfatto vago.
Bigoli, grazie.

lunedì, aprile 07, 2008

FlussidiCoscienza

Oggi ho salvato almeno 20 vite.
E' una bellissima storia di orchi famelici, vittime sacrificali e farina.

Oggi ho battuto ogni record di randagismo affettivo.
Si attendono i risvolti con molto molto interesse malcelato da parole di zucchero.

Oggi ho trovato finalmente il mio incipit.
E finalmente le parole smetteranno di inciampare senza (troppo) ordine.

Oggi non racconto nulla.
Mi prendo qualche giorno per pensarci su.

A plus

sabato, aprile 05, 2008

Karma - in corso d'opera -

C'e' stata un'estate in cui mi sono laureato, c'e' stata un'estate in cui ho visto l'Inter vincere l'ho scudetto e l'Italia i Mondiali, in cui cacciare ombre su 2 continenti e 7 nazioni mi sembrava naturale - e non sapevo che inseguivo invece solo la mia- c'e' stata un'estate passata a vedere aerei decollare e strade srotolarsi. C'e' stata un'estate che mi ha portato qui.
Sta arrivando L'Estate.

Felicita' e'...

Felicita' e' la serendipita' di una NotteBuona inaspettata...
Felicita' e' le risa d'argento dei bimbi quando guardano la mia squalo-cuffia!
Felicita' e' scivolare tra i sussulti e sognare l'oro olimpico e tutti che fanno il tifo e il tuo nome urlato nell'acqua e non sentire la fatica...
Felicita' e' tirare giu' la cappotte quando Giuliacci faceva la danza della pioggia e ritrovarsi con il dio Ra che ti saluta...

mercoledì, aprile 02, 2008

Gocce di memoria.

Plick...
Cade una goccia nella mia testa.
Plick, i cerchi si propagano e riesco a vedere i dettagli, plick si allargano, plick si definiscono, inizio a rivivere, plick ma perche' non posso scegliere quando iniziare lo spettacolo?, plick e il movie di me va, plick un dettaglio, plick prima arriva il calore, plick lo stomaco serpente impazzito si contorce, plick ossa e carne e pelle che si scontrano, plick ma solo il dettaglio, plick un corpo che si schiude, plick l'altro che si perde...

Plick

martedì, aprile 01, 2008

L'abisso

E cosi' e' arrivato.
Quasi una liberazione.Sapevo, era li' e mi guardava, nascosto tra le emozioni, all'interno di impermeabili socchiusi.Ma gli occhi puntati su di me.Li sentivo assordanti ma non potevo vederli.Non volevo vederli.E non basta essere struzzo che non esistano. Ci sono ci sono. Ci sono sempre. E attendono....hanno pazienza loro. Aspettano il momento. Aspettano la gloria. Aspettano gli onori e gli allori. e subdoli si arrampicano sulle caviglie. si aggrappano a te mentre tenti di correre via e scappare. strisciano viscidi sulla pelle. alghe di mare velenose. ti legano le dita che tu non possa sentire il calore. impestano l'aria con il marcio e calano sugli occhi capelli bagnati di colla. E poi entrano. entrano dalle orecchie te ne accorgi quando diventi sordo ai richiami del mondo. Stasera. si. E' arrivato il downside.
Ora posso trattenre il fiato immobile finche tutto passa, perche' passa. Oppure. oppure?
Queste sono le sere in cui rimpiango di essere uno.