lunedì, gennaio 14, 2008

Senza fine

E stavolta quello spiazzato sono io.
Non posso dire che sia per la lontananza ma per la mancanza. Di cosa?
É chiaro: l'amore. E non quello con la A maiuscola ma quello un po' banale, fatto di rituali e riti a volte scontati. La quotidianità che sempre inseguo correndo ma piú corro e piú mi accorgo di andare nella direzione opposta.

T. , P. , il Panda , L. e JJ e le altre alla fine sono fantasmi del mio letto, che mi lasciano ogni volta piú povero di prima.

La bionda dice che è una fase, che direi l'opposto in condizioni diverse. Ma non mi sento come lui, vivo una vita che non mi appartiene, presa in prestito a chissá quale autore.

Voglia di un pupo, voglia di tornare a casa distrutto e devastato e capire che la giornata é appena iniziata. Voglia di rincorrersi sotto le lenzuola e di guardare le finestre appannarsi sotto 2 fiati che respirano l'uno l'aria dell'altro.
E voglia di sentire il cuore che batte non perché deve.

É follia.

Ma si é con la follia che si avanza, perché bisogna essere pazzi per non accorgersi che il mondo é putrido e che questa non é vita. Che si possa essere contenti comunque e che esiste il posto per noi pezzi di un puzzle dagli spigoli di lame di rasoi pronti a ferirci gli uni con gli altri quanto piú siamo vicini.

Non vedo il mio sangue da tanto.
Non so se sono vivo.

Ho perso la mia ultima magia. Resta l'ordinarietà di un monitor monocromatico.

Ma se solo chiudo gli occhi posso sentirlo ancora quell'odore che viene da nord ovest, dalla parte opposta del mare che mi chiama. Ma le sirene non erano in acqua? O forse sono solo nella loro terra, luogo di melodie e di sapori da fare impazzire gli uomini fino a divorarne il cuore.

Ma cosa posso offrire io che ho pietre dove dovrebbero essere piume?

Frasco

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