lunedì, luglio 28, 2008

Notizie dal fronte – Dublin 28/07/08 cinquemenounquarto

Il Crucco russa, e russa forte.

Sara’ il Jameson, o la Guinness.


Un attimo di brivido. Una leggera sensazione di pentimento, un retrogusto un po’ amaro, per un attimo. In una di quelle serate in cui puoi vivere mille vite che si incontrano tutte al bancone dello stesso bar.


Il VipeRoom. Tutte dopo un sonoro Irish Coffee al Temple bar.

E ce n’e’ abbastanza per dire ammorbidire i sensi, bambagia la musica del pianista. Distillato che cola dalle orecchie fino al cuore scaldandolo un po’. E il pianista lo sa e asseconda.


Fino a Blower’s Daughter.Perche’ gliela chiedo io. Gliela chiede una persona che non dovrebbe esserci. Ma si il mio regalo per il compleanno che non festeggeremo, e che non abbiamo mai festeggiato, il mio regalo che non verra’ mai scartato. Ma mi sento a posto con il flusso del Karma.

E’ una di quelle sere dove puoi tirare i fili del passato e sciogliere i nodi per un attimo, capire tutte le stronzate fatte, capirle fino in fondo, fino al perche’ sei qui in questo momento. Spiegarti tutto per un momento, il tempo di capire e di sentire una lagrima rotolare lungo le dita, e bagnarle un po’. Con la consolazione che domani dimenticherai tutto, che il passato sara’ passato in una notte troppo corta per essere Faust.

Pero’ l’assaporo ora, ho sete di agrodolce.Non voglio fingere a me stesso almeno oggi.Non e’ quello che si chiama pentimento, questo no, ma guardare uno dei miei tanti me, e capire che non mi sarebbe dispiaciuto.


E il fumo del locale e le pareti gialle, gli specchi e i tasti bianchi e quelli neri.


Pensieri giocano a rincorrersi e a superarsi, e fra tutte una.

Che e’ lontana solo per la distanza tra quello che ho in testa e le mani che lo devono scrivere.Chiamerei i Negrita e Paolo Conte e Vinicio come testimoni se servisse a qualcosa.

E gia lo so.

Non resistero’.

Sara’ dolce lasciarsi andare, aprire la bocca e stirare i pensieri per averne uno, coerente e devastante come pochi, di quelli che non ti lasciano alternative e che ti cambiano non appena l’hai intravisto annaspare nella testa.

Perche’ se vedo ora albeggiare, non posso non chiedermi come sarebbe li’ sul mare, quel mare che leggo con le dita.

Si, aspetto solo un intreccio di dita.



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