domenica, luglio 20, 2008

Domino

Non capisco come facciano.
Come possono vivere ancora e ancora rivivere brividi sulla pelle.
Tanti neuroni scollegati. Tante isole nella testa.
Possono aver vissuto millesettecentocinquantatre volte, settecentododici volte sentito l'odore e trecentoventicinque quello stomaco che si annoda impazzito senza che un pugno lo colpisca.
Eppure neanche un dejavu. Niente.
Ripartono da zero, bambini che imparano dal nulla.

Sento un domino di emozioni, pronte a disegnare un passato, ad un segnale, qualunque segnale, il primo va giu'. E non si possono fermare. Si propaga dal centro, dallo stomaco, un rumore sordo di acqua che inghiotte, e si perde nella testa.
Ancora e ancora.
E calano sugli occhi, un sipario velluto che si schiude sul gia' visto. Ma e' piu' di questo, sono io che mi sposto, io che rinasco, io che ricresco, che uccido e vengo ucciso.
Poi sbatto le ciglia che si intrecciano per trattenermi.
Poi le riapro...

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