Deiezioni

Non proprio come mi sento ora ma mi piaceva la parola, letta di sfuggita su un cartello on the road e ho pensato che ci stava bene per tutto quello che mi passava per la testa. Che non basta partire con la cappotte giu' verso il mare per far arieggiare i pensieri con il sole che ti asciuga il sorriso. Nono non basta. Pero' fa nulla perche' tanto mi andava di sorridere lo stesso.
E una cascata di piccoli boccoli biondi mi sorrideva di fianco e lo vedevo dallo specchietto pero' li ho riconosciuti subito. Boccoli appena accennati che si avvitavano sulle dita. E qualcosa chiamata scusa, non per me stesso ma per non aver creduto in quel che facevo. Stupide letture. Odio quando si getta una nuova luce sul cono d'ombra del mio armadio.
[Scrivo intirizzito dal freddo, avendo trovato l'appartamento a Torino invaso dalle zanzare per cui l'unica soluzione plausibile e' ucciderle con il condizionatore. Ah e la mia valigia sta prolungando le vacanze senza di me]
Cosi' ripesco un se che non e' mai cresciuto. E dirgli scusa perche' l'ho lasciato cadere in millemila frammenti, nascondendo il superattack nelle tasche. Perche' avevo paura di incollarmi anche le mie di dita.
E poi allargo un po' di piu' le braccia per vedere tutti gli intrecci e ricorrenze cosi' traccio la mappa in aria.
Ma oggi non e' come ieri quando mi e' venuto in mente il post.
Oggi sono curioso.
Pero' forse domani lo cambio.