domenica, giugno 08, 2008

Cancello il passato per vivere in un funambolico presente.
Le donne cessano di esistere per regalarmi una nuova parte di me,quel pezzetto di gene che ci rende indefinitamente incompleti.
La mia sara' una nuova vita dissoluta.
Perche' tanto se devo vivere, almeno faccio danni.
Ora capisco il senso della vita/guerra e ne apprezzo le sfumature fino nel singolo respiro condiviso da commilitoni, fratelli per il tempo di un colpo che fende l'aria. Dove cio' che non e' fratello non esiste e le puttane sono le uniche amiche perche' sincere al soldo.

E seduto in una nuova stanza, con il dove e quanto che contano quanto il menu' del giorno in una mensa aziendale, di un sabato italiano. Si altre due settimane, dieci giorni volendo essere ottimisti. Ottimisti. Ricostruirai ancora una vita?
Forse.
Ma di sicuro butto nel cesso questa. Con un bel sorriso di addio.
Punto.

Torino, in una primaverile giornata di giugno, nel 2 anno post laurea.


2 commenti:

Shatzy ha detto...

"La semplicità fanciullesca della vita girovaga, la sua origine materna, il suo staccarsi dalla legge e dallo spirito, il suo abbandonarsi al destino, la vicinanza segreta e costante della morte, avevano preso da un pezzo l'anima di Boccadoro, imprimendole il loro marchio profondo. Ma in lui albergavano anche lo spirito e la volontà, egli era un artista, e ciò rendeva la sua vita più ricca e più difficile" (dal mio libro preferito...la sua proiezione, almeno nella mia mente folle!)

Frasco! ha detto...

Gia' anche se condivido molto poco con lui se non l'avversione per i villaggi Valtour...

Poi rimango dell'idea che il libro di Hesse non sia altro che un manifesto dell'artista ideale (e percio' molto poco reale) come ad esempio il vivere esperienze lontano da casa condivise da altri simili mi ricorda molto la vita da soldati, maschia piu' che materna. Ma chiaramente sono solo vaneggiamenti di un pazzo...